La viticoltura libanese promuove anche varietà autoctone come l'Obeidy e la Merweh, riscoprendo le radici di questa antica tradizione vinicola.
Il Libano vanta una tradizione vitivinicola di oltre 6.000 anni, risalente all'epoca dei Fenici. Negli ultimi due decenni, il settore vinicolo libanese ha registrato una crescita notevole: il numero di cantine è passato da otto a quasi 50, con una produzione annua di circa 80.000 ettolitri, metà dei quali destinati all'esportazione.
Su consiglio dell'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), nel 1997 è stata fondata l'Union Vinicole du Liban. Nel 2000, il Libano ha promulgato una legge sul vino, che ha portato alla creazione dell'Istituto Nazionale della Vigna e del Vino nel 2013. Sotto la guida dinamica del Direttore Generale Louis Lahoud, le relazioni tra l'OIV e il Libano si sono ulteriormente rafforzate negli ultimi anni.
La viticoltura libanese promuove anche varietà autoctone come l'Obeidy e la Merweh, riscoprendo le radici di questa antica tradizione vinicola. La Valle della Bekaa, situata a circa 1.000 metri di altitudine, è la principale area di coltivazione e offre condizioni ideali per la viticoltura grazie ai suoi terreni calcarei e ghiaiosi e a un microclima unico.
Nonostante le sfide politiche ed economiche, il settore vinicolo libanese si è dimostrato dinamico e resiliente. La partecipazione a eventi internazionali e l'organizzazione di "Giornate del Vino Libanese" in città come Parigi, Berlino e New York hanno contribuito a far conoscere la diversità e la qualità dei vini libanesi a un vasto pubblico di professionisti.
